venerdì 10 gennaio 2014

Consigli per la lettura special guest Fabiana

" Com'è brutto essere poveri" sospirò Meg guardando il suo vecchio abito.
"Senza regali questo Natale non sembrerà neppure Natale" borbottò Jo stendendosi sul tappeto davanti al fuoco.
"Non è giusto che alcune ragazze abbiano ciò che desiderano ed altre niente" aggiunse Amy con un po' di amarezza nella voce.
"Abbiamo mamma e papà e tra noi sorelle ci vogliamo bene" disse Beth dolcemente. 









Ogni tanto mi piace andare in mansarda e curiosare tra i vecchi libri dei miei genitori. L’ultima volta che ci sono andata, mi è capitato tra le mani “Piccole donne” di Luoisa May Alcott e, oltre a stupirmi perché l’autrice è un’omonima di un fantastico negozio, ho iniziato a sfogliarlo, non sapendo resistere ad un classico di tale portata. Ovviamente è una ristampa abbastanza vecchia, mia madre l’ha ricevuto in regalo da una sua amica nel 1974, perciò aveva il font simile alla macchina da scrivere, le figure a pagina intera e su una carta diversa rispetto alla parte stampata (perciò la facciata dietro il disegno è vuota), e soprattutto l’odore di libro vecchio ed ingiallito. Visto che davanti ad un libro con tali caratteristiche non so resistere, ho aperto la copertina cartonata e ho iniziato a leggere le prime pagine ancora accucciata in mansarda tra ragnatele e pigne di libri intorno a me.
All’inizio sono rimasta un po’ stupita davanti a quelle quattro sorelle stravaganti, ma già dopo poche pagine sono riuscita ad capire i loro diversissimi caratteri e a provare più o meno simpatia per ognuna di loro.
Scendendo dalla mansarda ho continuato a leggere il libro e l’ho divorato in tre o quattro giorni, sia per l’effettiva brevità del libro, sia perché mi ha appassionata molto e volevo scoprire se alla fine Jo e Laurie si sarebbero sposati.
La trama è molto semplice: le quattro sorelle tra i 12 e 17 anni Amy, Beth, Jo e Meg vivono con la madre in assenza del padre, cappellano al fronte durante la guerra di secessione, fanno amicizia con un ragazzo loro vicino di casa soprannominato Laurie e vivono una vita mondana da giovani donne del tempo.
Tra una preparazione del corredo e i loro diversi impegni quotidiani, le ragazze amano preparare spettacoli di Natale per i loro genitori, andare a pattinare, fare riunioni di club segreti e leggere il libro dei pellegrini che tentano di imitare.
Accolgono Laurie nel loro gruppo, subito amico di Jo, che abita con il nonno vicino alle ragazze e che si annoia a dover studiare mentre vorrebbe poter suonare di più il pianoforte.
Anche Beth, la più dolce tra le sorelle, ama suonare il pianoforte, ma è talmente timida da rifiutare l’offerta del vecchio vicino di casa di farlo in presenza di altre persone. Le viene comunque offerta la possibilità di suonare da sola, che lei sfrutterà felicissima nelle pause del suo lavoro domestico. Beth, infatti, troppo timida per trovarsi un lavoro fuori casa, fa i lavori domestici mentre la madre si occupa dei feriti della guerra.
Per la sua gentilezza e dolcezza, Beth è amata da tutte, in particolare da Jo, che la difende tenacemente. Jo è però diversa dalle altre sorelle, non preoccupandosi dei vestiti e del suo aspetto, pur avendo dei bellissimi capelli, preferisce pattinare al ballare e ama soprattutto leggere e scrivere racconti. Durante il giorno lei si occupa di una vecchia amica di famiglia che trova profondamente antipatica, ma che tuttavia ha un’ampia biblioteca a sua completa disposizione. Quando incontra Laurie lo prende subito in simpatia e insiste perché si unisca ai loro giochi.
Per le sue pose non adatte ad una ragazza, Jo viene spesso ripresa dalla sorella maggiore Meg, che invece si occupa molto attentamente al suo corredo preoccupata per il suo matrimonio e va fiera delle sue mani morbide e bianche. Durante la giornata Meg si occupa di alcuni bambini che abitano in città. Pur essendo la maggiore, non rifiuta di partecipare a nessun gioco delle sorelle, anche se spesso fa da supervisore e interviene nelle loro liti, soprattutto tra Jo e Amy.
La più piccola Amy, infatti, è opposta alla sorella “maschiaccio” ed è tra le sorelle la più vanitosa ed egocentrica. Ama tutto del suo fisico tranne il naso, “poco greco” per i suoi gusti. La sua dote migliore è il disegno, con i suoi pastelli riesce a riprodurre fantastici paesaggi e persone. È l’unica tra le sorelle ad andare a scuola, anche se preferirebbe molto stare a casa.
Le quattro sorelle tanto diverse, ma tutte infantili a loro modo all’inizio del libro, attraverso vita quotidiana ed eventi speciali, cresceranno e smetteranno di lamentarsi dei loro doveri e dei difetti delle sorelle. Quando il padre tornerà a casa, troverà le sue “piccole donne” piacevolmente diverse da come le aveva lasciate: Meg aveva imparato a non preoccuparsi di curare le sue mani bianche ma ad utilizzarle per aiutare gli altri, Jo aveva imparato a comportarsi meno da maschio, Beth era meno timida e chiusa verso il mondo e Amy era diventata meno egocentrica.
Il romanzo si sviluppa in un anno, da un Natale al successivo. La differenza tra le ragazze e la casa tra i due Natali è incredibile ma sviluppata abilmente dall’autrice in modo graduale, tanto da stupirsene quando alla fine leggendo vengono alla luce le differenze. Le ragazze crescono e con loro il loro rapporto, si aggiungono alla famiglia Laurie, suo nonno e un amico di famiglia fidanzato con Meg, e soprattutto torna a casa il padre. Il primo Natale è dedicato a progetti e impegni per il futuro, nel secondo invece ci sono alcuni progetti per Meg, ma ciò che è più importante in quel momento è la gioia di essere tutti insieme: le quattro sorelle, tra cui Beth si sta rimettendo da una grave malattia, la madre, il padre tornato, Leurie e il nonno, e il fidanzato di Meg.
Nonostante le profonde differenze tra la società del libro, in cui le ragazze partecipano a balli galanti, è facile per ragazze della loro stessa età identificarsi con loro. Come nella timidezza di Meg dell’essere scoperta nel suo amore, nelle speranze di Jo nella sua passione o nell’emozione delle sorelle maggiori mentre si preparano per andare ad un ballo e sono terrorizzate per l’inadeguatezza dei loro abiti.
Ovviamente alcune idee, come il concetto di matrimonio, sono incredibilmente diverse da quelle attuali, ma le emozioni e i desideri legati all’amore, all’amicizia, alla complicità non sono diversi.
E alla fine del libro probabilmente ogni lettrice avrà scelto la sua sorella preferita, nel mio caso Jo, in cui mi ritrovo per ciò che si diverte a fare e quando ride delle sorelle per essere eccessivamente femminili.
Alla fine del libro, però, Jo mi ha delusa, poiché non ho scoperto se davvero lei e Laurie si sposeranno. Infatti questo libro non parla del loro futuro, si ferma a Natale, quasi come se l’anno passato fosse solo una puntata della storia della loro vita. Infatti poi l’autrice scrisse “Piccole donne crescono” per narrare il loro futuro e che purtroppo non ho ancora letto. “Piccole donne” mi ha preso talmente tanto che quando ho scoperto che mia madre non aveva il seguito, ci sono rimasta male, così pochi giorni dopo mi sono fermata a Varese dopo la scuola (a differenza della mia cugina blogger, io sono della provincia di Varese) e l’ho comprato e prossimamente mi dedicherò a lui.

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