mercoledì 30 marzo 2016

"Signora della Mezzanotte" di Cassandra Clare

Quando ami qualcuno, questo qualcuno diventa parte di ciò che sei. E' in tutto quello che fai. E' nell'aria che respiri, nell'acqua che bevi, nel sangue che ti scorre nelle vene.
Il suo tocco ti resta sulla pelle, la sua voce ti resta nelle orecchie, i suoi pensieri ti restano nella mente.
Conosci i suoi sogni perchè quelli brutti ti trafiggono il cuore e quelli belli sono anche i tuoi.
E non pensi che sia perfetto, ma conosci i suoi difetti, la verità profonda dentro al suo cuore, le ombre di tutti i suoi segreti, che però non ti spaventano: anzi, te la fanno amare ancora di più, perchè tu non vuoi la perfezione. Vuoi quella persona. Vuoi... “

Signora della mezzanotte, Cassandra Clare




Cassandra Clare, o come la chiamo io la donna più prolifica del fantasy, ha scritto un nuovo libro.

Per chi non lo sapesse, la Clare è autrice della saga di Shadowhunters che dopo un film rivelatosi un flop, tanto da annullare possibili seguiti, è diventato una serie prodotta da Netflix, che ad essere sincera sto guardando sommariamente e quindi non mi sento in grado di dare un giudizio.

Brevemente, questa è la cronistoria di tutti i romanzi dell’autrice (copiata ed incollata direttamente da Wikipedia)

Shadowhunters (The Shadowhunters Chronicles)
La saga Shadowhunters è composta da 5 serie e 2 "companion books".

Le 5 serie sono:

Shadowhunters,
Le origini,
Dark Artifices,
The Last Hour
The Wicked Powers

I 2 "companion books" sono:

Le cronache di Magnus Bane (10 racconti pubblicati in e-book, poi in raccolta in cartaceo) Le cronache dell'Accademia Shadowhunters (10 racconti pubblicati, per ora, solo in e-book).

Shadowhunters (The Mortal Instruments)

Shadowhunters- Città di Ossa, 2007 (esiste un recensione del libro qui)
Shadowhunters- Città di Cenere, 2008
Shadowhunters- Città di Vetro, 2009
Shadowhunters- Città degli angeli caduti, 2010
Shadowhunters- Città delle anime perdute, 2011
Shadowhunters- Città del fuoco celeste, 2014

Esiste anche un extra, corrispondente al volume 6.1 della serie, disponibile solamente in e-book e in lingua originale: è un racconto inedito di 19 pagine dal titolo City of Heavenly Fire: Snippets.

Fanno parte della saga Shadowhunters anche:

Shadowhunters - Il Codice, 2013 (The Shadowhunter's Codex, 2013), scritto con il marito Joshua Lewis, è un approfondimento della saga e il manuale degli Shadowhunter.

Shadowhunters - Pagine rubate, 2012 (Five Stories about "The Mortal Instruments" World), è una raccolta di brevi racconti inediti (Il primo bacio, A mio figlio Jace, L'atto di cadere, Questione di potere e Una trasformazione oscura) che aggiungono prospettive e sguardi nuovi su alcuni aspetti e fatti accaduti nella serie. Pubblicato nel novembre 2012, è edito solo come e-book.


Shadowhunters – Le origini (The Infernal Devices)
(esiste un recensione del libro qui)


L'angelo, 2011 
Il principe, 2012
La principessa, 2013


Dark Artifices - Shadowhunters (The Dark Artifices)

Il ciclo è ambientato a Los Angeles e seguirà le vicende di Emma Carstairs e Julian Blackthorn (già visti in Città del fuoco celeste), cinque anni dopo le ultime vicende narrate in The Mortal Instruments.

Signora della mezzanotte, 15 marzo 2016 (di cui vi parlerò oggi)
Lord of Shadows, maggio 2017 (inizialmente intitolato Prince of Shadows)
The Queen of Air and Darkness, 2018

Indubbiamente, la scrittrice si può definire una persona veramente prolifica, visto il numero di libri inanellati in un decennio insieme a racconti ed inediti.
La cosa che mi piace di lei, è che è riuscita a tessere un quadro ampio e ricco dove in ogni saga introduce personaggi nuovi, che non annullano nel lettore l'affetto per i precedenti, bensì lo ampliano.

E così se in Shadowhnters-TMI sono Jace/Clary, Magnus/Alec and Isabelle/Simon a catturare l'attenzione del lettore, mentre in Shadowhunters- TID il triangolo Tessa/Will/Jem, nell'ultima saga che al momento annovera solo il primo libro, la storia fra Julian e Emma è al primo posto, ma al contempo ritroviamo, anche se solo di sfuggita i personaggi delle saghe precedenti e la scrittrice ci permette di scoprire come le loro storie personali si siano evolute e sapientemente le intreccia con i fatti attuali del racconto.

Ma torniamo all'ultimo romanzo.
Anche in questo caso la scrittrice rispetta la struttura dei precedenti: la protagonista che è Emma, mentre indaga per scoprire chi ha ucciso i suoi genitori cinque anni prima, accecata dal desiderio di vendicarsi, scopre un piano ben più ampio di un semplice omicidio, ma bensì una vero e proprio rito caratterizzato da tantissimi sacrifrici, che culminerà con un colpo di scena e dove la frase detta da uno dei personaggi in merito a dare la fiducia alle persone sbagliate si rivelerà ben più che vera.
Oltre alla parte azione, c'è la parte romantica dove Emma e Julian, ormai cresciuti e non più i bimbi lasciati in Shadowhunters-Città del fuoco celeste scoprono di essere attratti in un modo che per loro è e sarà sempre proibito in quanto sono “parabatai”.

Ritorna, il tema del “parabatai”, che nei romanzi precedenti era stato spiegato sommariamente, Will e James sono parabatai , così come Alec e Jace.
E' un legame profondo dove i partecipanti traggono forza uno dall'altro, un legame indissolubile e profondo.
Un legame che se scisso, può portare alla pazzia.
Un legame di forza, un legame di amore fraterno, ma mai di amore fisico.
E così anche Emma e Julian, come i protagonisti delle saghe precedenti non possono vivere il loro amore, perchè leggi superiori lo impediscono.
Leggi che la stessa Emma viene a conoscere, grazie al suo antenato James e che Julian ignora.
Emma farà di tutto per proteggere Julian, compreso la cosa che in assoluto lo ferirebbe di più.


E' solo il primo romanzo, e la scrittrice ha ben altri due libri, dove far muovere e crescere i protagonisti e le loro vicende.

Nel romanzo si scopre, che in seguito alla Guerra Oscura e la successiva Pace Fredda, le fate vivono ai margini del mondo, evitate dai Nascosti e non protette dai Nephilim, con un profondo mal contento che serpeggia; potrebbe essere il preludio di qualcosa di brutto? Solo l'autrice sa cosa potrà divenire.

Come detto all'inizio, qualcuno sta compiendo omicidi efferati fra le file dei nascosti e pur di venirne a capo, le Fate sono pronte a restituire Mark alla sua famiglia in cambio di aiuto.
Un Mark, metà fata e metà Nephilim, un Mark diverso, indurito dagli anni passati lontano dalla sua famiglia, un Mark in cui i tratti di Fata sono accentuati rispetto a come ricordavano Emma e Julian. Bello e ferino, che anela alla libertà, selvaggio come le fate che deve ricollocarsi all'interno di una famiglia che lui vede diversa e che vede diverso lui.

Una cosa che mi ha fatto sorridere è stata ritrovare il gatto Church anche in questa saga, credo sia una sorta di portafortuna, o un talismano personale dell'autrice; con tutti i personaggi incontrati e tutti i vari intrecci, ad un certo punto compare sempre Church che non è mai una nota stonata, ma una sicurezza.
La scrittrice lo trascina da un posto all'altro del mondo e si può star pur certi, che alla fine il gatto darà il suo aiuto ai personaggi.

In conclusione, credo che come sempre la scrittrice sia molto brava a scrivere ed a disporre gli elementi per una storia che saprà essere all'altezza delle precedenti. Sebbene in questo romanzo abbia apprezzato il fatto che abbia messo meno colpi di scena sul piatto, penso che questa cosa sia andata a vantaggio della lettura, che è stata più incentrata sui personaggi e sulla dinamica della storia.

Non mi resta che attendere il prossimo libro.
Buona lettura se siete appassionate e qualora non conosceste la saga, il mio consiglio è di iniziarla a leggere.
Simona

giovedì 24 marzo 2016

Muffin Yogurt e Cacao


Con la primavera, a casa nostra si sente voglia di MUFFINS.
Quei piccoli dolcetti, morbidi e soffici che quando li fai la sera e te li ritrovi al mattino dopo a colazione, ti cambiano la giornata.
Te la cambiano eccome.
Quanto è dura alzarsi al mattino?
Anche se le giornate sono bellissime ed inondate di sole, anche se la luce la fa da padrone dall’alba al tramonto, anche se la primavera si sta dando da fare riempiendo ogni ramo di boccioli e foglioline, alzarsi al mattino è proprio un gesto da super eroi.

Ma noi siamo super eroi.

Tutte le donne che al mattino si alzano, preparano la colazione, si vestono e vestono i figli e si truccano fra un semaforo e l’altro, che arrivano a lavoro ed iniziano una giornata con un occhio alle cose dell’ufficio ed un occhio ai mille impegni a casa, sono delle super eroine.

Insomma, Iron Man se ti tolgono tutti i gadget tecnologici, non vali la metà di noi.

Comunque, mie giovani fanciulle, questi muffiin non vi daranno dei superpoteri, ma magari domani mattina mentre li mangiate a colazione vi strapperanno un sorriso, che è lo scopo di questo blog.


INGREDIENTI PER 12 MUFFINS

100 gr. di Farina di Farro
100 gr. di Farina Integrale
100 gr. Farina 0
40 gr. di cacao
8 cucchiai di olio di semi di girasole bio
120 gr. zucchero di canna
160 gr. di yogurt greco
1/2 bicchiere di latte
1/2 bustina di lievito
2 uova

PROCEDIMENTO
Accendere il forno a 180 gradi.

In una ciotola, versare tutti gli ingredienti secchi.
Le farine ed il cacao ed il lievito vanno setacciati insieme e poi aggiungere lo zucchero di canna e mescolare per amalgamare il tutto.

In un’altra ciotola versare, invece, gli ingredienti umidi: sbattere le due uova, aggiungere lo yogurt greco, i cucchiai di olio ed il mezzo bicchiere di latte e dopo aver sbattuto velocemente con una  forchetta, versare gli ingredienti secchi ed amalgamare bene.

Qualora l’impasto risultasse un pochino duro, aggiungere altro latte, altrimenti dopo aver amalgamato bene ripartire l’impasto nei 12 pirottini, precedentemente messi in una teglia da muffin e cuocere in forno per 20-25 minuti.

Vale la regola dello stecchino.

P.s. prima di infornarli, li ho cosparsi con dello zucchero di canna, che poi quando si mangia rimane “scrocchiarello”, ma non è obbligatorio e sono gusti personali.

mercoledì 23 marzo 2016

Filoncini di Pane con Semi di Girasole

E’ arrivata la primavera.
L’arrivo della primavera è sempre il mio miracolo personale.
L’attendi per tutto l’inverno, quando il freddo ti rende particolarmente pigro e poco energico,al punto che ti dimentichi come siano le giornate che iniziano e finiscono con la luce, le giornate in cui apri gli occhi ed il cielo sopra di te è terso e luminoso e poi eccola che arriva.
Un po’ di sole, le prime primule in giardino, i boccioli sugli alberi e lo sai, lo percepisci.
Tutto intorno a te si risveglia, tutto intorno a te è luce, bellezza e colore.
E’ arrivata la primavera, e la primavera è gioia ed allegria.
La primavera sono le corse nei prati fino ad avere le guance rosse ed accaldate, la primavera è la risata argentina di un bambino, è il sentire la pelle scaldata dal sole, è il vedere in un vaso dimenticato in terrazza le prime foglioline verdi.

La primavera per me fra le mille cose è il profumo del pane che si cuoce in forno, e la ricetta di oggi è quella di un pane molto delicato adatto per i primi picnic di questa stagione e per le colazioni con la marmellata prima di fare lunghe passeggiate.
E’ un pane buono perché ha tutti i semini, e fatto con tante farine diverse che gli conferiscono un colore ed un profumo davvero delicato.

INGREDIENTI

200 gr. farina manitoba
100 gr. farina 0
200 gr. farina di segale
100 gr. farina integrale
150 ml. di acqua tiepida
200 ml. di latte tiepido
15 gr. di lievito di birra
2 cucchiai di olio EVO
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio raso di zucchero di canna

2 cucchiai di semi di girasole per decorare il pane.

PROCEDIMENTO

Versare in una planetaria le farine, l’acqua, il latte, il lievito sbriciolato, lo zucchero di canna e i due cucchiai di olio EVO ed azionare la macchina, quando il composto è ben amalgamato aggiungere il sale e far andare per una decina di minuti.
L’impasto dovrà essere ben elastico ed omogeneo.

A questo punto trasferirlo in una ciotola ben oliata e coperta con un po’ di pellicola e far lievitare fino al raddoppio.

Dopo che l’impasto sarà ben lievitato, spezzare l’impasto in 3 panetti di uguale peso all’incirca, e stenderli in dei rettangoli alti al massimo 1,5 centimetri.
Partendo dal lato corto, arrotolare i rettangoli su loro stessi fino ad ottenere un filoncino bello cicciotto.
Ripetere l’operazione anche per gli altri panetti.

Mettere i tre filoncini in una teglia di carta forno e lasciare riposare per una trentina di minuti.

Accendere il forno a 190 gradi.

Appena il forno raggiunge la temperatura, prima di infornare i panini spennellarli con del latte  tiepido e cospargerle di semi di girasole ed infornare.

Durante la cottura se i panini dovessero scurirsi troppo, abbassare la temperatura di una decina di gradi.
I panini dovranno cuocere per circa 25 minuti  fino a quando saranno belli dorati e “bussando” sul dorso si sentirà un rumore di vuoto.

Lasciar raffreddare prima di consumare.


martedì 15 marzo 2016

Succo di Mela - Home Made

In alcuni vecchi post parlavo di come sia una donna facilmente cedevole al fascino dei gingilli culinari.

Ebbene si, sopravvivo benissimo senza gioielli, sulle scarpe ho dei cedimenti, ma semplicemente perché essere donna conta avere necessità di varie tipologie di scarpe.
Parlano bene gli uomini che spaziano dal mocassino alla sneakers.
Per noi donne la musica è diversa. Abbiamo il tacco, più o meno basso, a stiletto, a rocchetto che spazia dal sandalo gioiello, allo stivale, al décolleté.
Capite da voi che senza essere un matematico l’equazione va da se che abbiamo un bel numero di articoli.
Parliamo invece del tacco basso, voi uomini pensate ad un solo modello, invece ecco comparire lo stivale, basso basso stile cavallerizza se hai la gamba di Gisele Bundchen o stile “gamba mozzata”, per noi comuni mortali. E vuoi comprarlo solo nero? Assolutamente no, lo devi avere nero, testa di moro (per i non addetti ai lavori è un marrone molto scuro, quasi cioccolato fuso), cuoio (marrone chiaro che ricorda i toni colore che trovi nel mondo dell’ippica), ma non finisce con la scelta colore, può arrivare sotto il ginocchio, a metà polpaccio, appena sopra la caviglia; essere morbido o aderente alla gamba, una scelta che può mettere in crisi anche le più decise.
E le ballerine, anche se ultimamente mi stanno scendendo nella top ten, perché alla fine il mocassino sta soppiantando la precedente, non può mancare nell’armadio anche delle meno fashion addicted.
Ed il mocassino lo devi abbinare al calzino fashion, e quindi si aprono altre possibilità.
E non siamo ancora arrivati alle scarpe eleganti, tipo il sandalo tacco 12 color oro che abbini benissimo a tutti i vestiti eleganti ai matrimoni, tanto bello quanto scomodo.
Io potrei continuare per ore, ma già vedo gli sbadigli dei maschietti in prima fila.

E torniamo, invece alle novità di casa nostra, non in materia di scarpe, di recente non ne ho più comprate, ma in tema “cooking”.
Dopo un mare di tentennamenti, è arrivato a casa nostra il moulinex cuisine companion.
Nei post successivi vi racconterò come sta andando la nostra storia insieme, ma oggi vi lascio una delle prime ricette che ho fatto con questo nuovo elettrodomestico, che mi permetterà di ridurre ancora di più l’acquisto di prodotti industriali finiti, preferendo la scelta delle materie prime e di prodotti homemade.

Ingredienti
500 gr. di mele sbucciate pulite e ridotte a tocchetti
700 ml. acqua
30 gr. fruttosio
il succo di 1 limone

PROCEDIMENTO CON IL CUCO
Una volta pulita e tagliata la frutta, versarla nel boccale del Cuco, insieme all’acqua, al fruttosio ed al succo di limone ed avviare il programma P1 per 20 minuti.
La lama da inserire in questa ricetta è la lama Ultrablade.
Allo scadere del tempo, il Cuco avrà cotto e frullato la frutta.
Non resta che verificare se il composto è bello liscio ed omogeneo, qualora non lo fosse con la modalità manuale frullare nuovamente per pochi secondi.


PROCEDIMENTO SENZA CUCO, MA CON UN MIXER AD IMMERSIONE
Una volta pulita e tagliata la frutta, versarla in una casseruola insieme all’acqua, al fruttosio ed al succo di limone ed cuocere per una ventina di minuti  o fino a quando la frutta non sarà ben cotta.
Versare il tutto nel boccale del mixer e frullare ben bene fino a che il succo non risulti ben liscio ed omogeneo.

CONSERVAZIONE
Versare il succo in una bottiglia di vetro ben pulito.
Una volta raffreddato riporre in frigo.
Si conserverà per 4-5 giorni, ma vi assicuro che finirà prima.

venerdì 11 marzo 2016

Tortina delicata alle mele

C’e qualcosa di magico in quelle giornate che ti aspetti in un modo e poi si evolvono in un altro.
E così è stato sabato mattina, ci siamo svegliati con la prima neve della stagione che, cadendo a marzo, poteva benissimo passare per l’ultima della stagione.
Ma poco importa, dopo una veloce colazione, ci siamo goduti una mattinata nel giardino di casa nostra.
E, mentre la neve continuava a scendere lieve, noi con il topo di casa facevamo pupazzi di neve, non proprio super di design, ma con l’immancabile carota che funge da naso e giocavamo agli angeli nella neve e ci tiravamo palle di neve.
Una mattina non programmata, ma questo non ha diminuito la bellezza del tempo trascorso insieme.

E nel pomeriggio il freddo non può che far venire voglia di fare la torta più buona e più classica del mondo, se non la torta di mele.

La ricetta viene dal sito Timoebasilico, che non è bello, di più, e che vi consiglio di visitare ed io ho fatto solo pochissime modifiche perché era già perfetta così.



Ingredienti per uno stampo apribile da 22 cm

PER LA BASE
100 gr. di farina di farro
60 gr. di farina integrale
2 cucchiaini di lievito per dolci 
1 pizzico di sale
200 gr. di yogurt greco
80 gr. di zucchero di canna
40 gr. di zucchero bianco
1 uovo
80 gr. di burro

PER GUARNIRE
3 mele 
il succo di 1 limone


PREPARAZIONE
Come prima cose sbucciare le mele, togliere il torsolo e tagliare ciascun quarto in 3-4 fettine.
Posarle in una ciotola e ricoprire con il succo di limone, affinché non anneriscano.

Accendere il forno a 175 gradi.

In un pentolino, far sciogliere il burro ed aggiungi i due zuccheri e lasciare sobbollire per 1 minuto.
Mettere da parte affinché si intiepidisca.
In una ciotola capiente setacciare le due farine, unire il composto di burro e due zuccheri e mescolare con le fruste.
Quando il composto è ben uniforme aggiungere l’uovo e lo yogurt greco e lavorare fino a che l’impasto sia ben omogeneo e gli ingredienti ben amalgamato.
Versare il composto in una teglia foderata di carta forno.
Il composto sarà molto basso e infilare le fettine di mela a raggiera.

Infornare a 175° per 35-40 minuti.

P.s. per la cottura vale la regola dello stecchino.



venerdì 4 marzo 2016

Little Dorrit



“Al diavolo l’onore della famiglia! È tutto orgoglio e arroganza! Non me ne importa un fico dell’onore della famiglia, se questo causa a quella ragazza anche un solo momento di infelicità!” Frederick Dorrit riferito a Amy



Tra le opere di Charles Dickens questa non è molto nota, tuttavia per i suoi toni delicati e i personaggi ben delineati merita di essere ricordata (e recensita anche qui), tanto che ne fu tratta una miniserie televisiva in 14 episodi nel 2008 (che purtroppo non è stata tradotta in italiano).
Al centro della vicenda c’è la piccola Amy Dorrit, figlia di un uomo imprigionato per debiti, nata e cresciuta nella prigione Marshalsea con i suoi due fratelli Fanny e Edward. Così esile e dolce, viene chiamata da tutti “piccola Dorrit” anche se ormai è adulta e il suo spirito è forte e tenace. A causa della lunga prigionia e della perdita della moglie, William Dorrit non è in grado di badare ai suoi figli, e Amy riesce a procurare loro un lavoro e si occupa della salute del padre. Lei stessa lavora presso l’anziana e ricca signora Clennam come ricamatrice.
Dall’altra parte della vicenda c’è Arthur Clennam, di ritorno dalla Cina dove gestiva affari con il padre, appena deceduto. Sul letto di morte, però, egli riferisce un messaggio da dare alla madre: la sua famiglia ha un debito importante e lei non deve dimenticarsene. Arthur non comprende quello che intende l’uomo, e torna a Londra dalla madre per avere chiarimenti ed eventualmente porre rimedio a debiti non saldati. La signora Clennam, che da sempre ha un pessimo rapporto con il figlio, elude la domanda e si altera profondamente.
Arthur nota la piccola Dorrit a cucire da sua madre e inizia ad interessarsi alla sua vicenda biografica per poter migliorare la sua condizione sociale ed economica. Con l’aiuto di Pancks, impiegato di un affittuario, scoprirà una grande proprietà mai reclamata che appartiene ai Dorrit, che restituirà onore e rispettabilità alla famiglia decaduta.

Nonostante la trama fiabesca, Dickens non smentisce se stesso e delinea la società londinese esattamente com’è, con le sue brutture, le sue scomode verità e le false apparenze. Non ci sono bambini protagonisti, ma ci sono molte vittime innocenti di una società spietata: Maggy, ragazza con un ritardo mentale, protetta da Amy ma disprezzata da molti altri personaggi; Flora, fidanzata in giovinezza con Arthur e costretta a sposare un altro uomo e ora vedova ancora innamorata del vecchio fidanzato; William Dorrit al quale la lunga prigionia ha modificato in modo irreparabile la psiche, non permettendogli neanche da ricco di vivere a pieno la sua vita; Affery, domestica di casa Clennam, costretta a sposare il maggiordomo così che potesse lavorare fino alla morte; Frederick, fratello di William Dorrit e come Amy è troppo buono e sincero per abituarsi alla vita dell’alta società; Fanny, che non ha il coraggio o lo spirito per opporsi ad un matrimonio senza amore, e lo accetta con la certezza di saper dominare il carattere debole e accondiscendente del marito; e molti altri.

I personaggi sono molti, ma tutti molto chiari e definiti nei loro interessi e affetti; a tutti viene spontaneo affezionarsi o prenderli in antipatia, in base ai casi. Nessuno di loro lascia indifferente e questo è davvero un pregio in un romanzo.
Attraverso i personaggi, Dickens critica senza riserve anche la burocrazia, lenta e inconcludente, e la nobiltà, un complesso di rituali vuoti che non lasciano spazio alle particolarità personali. I comportamenti educati e convenienti vengono concentrati nella figura della signora General, assunta per istruire i ragazzi Dorrit sulla vita nell’alta società.

La trasposizione cinematografica è stata fatta con orgoglio inglese e con un cast di grandi attori, anche se noi li conosciamo poco in quanto abituati a serie americane. È romanzato in alcuni punti, ma sono rimasti fedeli al testo, tanto che certe volte recitano i dialoghi presi direttamente dal libro. Mostra inoltre scene che nel libro vengono date per scontate e raccontate solo alla fine, ottenendo così due sensi di attesa molto diversi ma entrambi efficaci. Nel libro la trama procede in modo lineare, con solo qualche accenno ad un mistero, poi spiegato nel finale. Sullo schermo invece quelle scene vengono approfondite, incrementando ulteriormente il mistero che lega Arthur Clennam ed Amy Dorrit fin dalla loro nascita.

Motore essenziale della trama, anche se rimane un personaggio secondario, è monsieur Rigaud, inquietante ed egoista, l’unico forse a non essere una vittima, porta alla luce una verità scomoda e fu nascosta a lungo. Rigaud ha l’abitudine di canticchiare la ballata francese “Quest qui passe ici c’est tard” e nella versione televisiva questo particolare è reso talmente bene, che credo che se mai sentissi qualcuno fischiettarla per strada, scapperei immediatamente.
Oltre che alla Francia, Dickens trova posto anche per l’Italia, con il personaggio Giambattista Cavalletto, contrabbandiere che trova un lavoro onesto a Londra con l’aiuto dei protagonisti. Anche se rientra nei luoghi comuni di italiano chiassoso, rimane un personaggio profondamente buono e sincero, affettuoso con i bambini della famiglia Plornish che lo ospita e fedele amico. Una bella opinione nel complesso su noi italiani.

Il mio personaggio preferito, però, rimane Pancks. Credo che sia uno dei personaggi sui quali l’opinione cambia di più man mano che si procede con la trama. Nelle sue prime scene è uno strozzino spietato, ma con il passare del tempo il lettore scopre che in realtà lui è solo una facciata, mentre il vero responsabile è il suo capo, di cui anche lui è schiavo. A lui non importa della ricchezza e si dimostra un amico leale, sincero e fedele, pronto a investire i propri risparmi per indagare sul passato dei Dorrit, e a subire le conseguenze di un cattivo consiglio dato in buona fede ad Arthur.

Sia libro che serie televisiva sono molto piacevoli, ma ammetto che il romanzo è troppo breve per i gusti odierni. Noi siamo abituati ad un approfondimento psicologico che allora veniva tralasciato ed espresso solo nelle parole dei personaggi. Inoltre la presenza in contemporanea di molti personaggi può spiazzare prima di imparare a conoscerli uno per uno.
Spero che questa mia recensione vi abbia avvicinato a questa opera, come sempre sono felice di rispondere a domande o pareri di chi fosse interessato o lo conoscesse già; oppure, se vi interessa, a recensire in modo più o meno approfondito un libro consigliato da voi, se lo conosco.
Fabiana



Trasloco

Buongiorno lettori e lettrici, non mi sono dimenticata del BLOG e che io e Fabiana vogliamo provare una nuova avventura, un'avventura pi...